Se Venezia fosse una città “normale”...

Se Venezia fosse una città “normale”, alla media italiana di 610 autovetture per 1.000 abitanti, avrebbe circa 33.500 automobili. Se le immaginassimo disposte una dopo l’altra, formerebbero una fila lunga circa 134 chilometri, come la distanza stradale tra Venezia e il Lago di Garda.

Sulla base di un’ottimistica stima di 140g/km di emissioni di Co2 per automobile e considerando la media nazionale di percorrenza media per automobile di 12.780 km all’anno, le 33.500 automobili veneziane produrrebbero ogni anno 59.938.200 kg di Co2, oltre alle emissioni di idrocarburi, ossido di zolfo, particolato, e altri inquinanti. Senza contare i veicoli da trasporto. E quando le grandi navi smetteranno finalmente di passare dalla città (e dalla laguna) e i vaporetti saranno elettrici, l’aria veneziana sarà ancora migliore.



Se a Venezia accadesse quello che accade nel resto del Veneto, nel 2016 si sarebbero verificati – in proporzione al numero dei suoi abitanti – 154 incidenti stradali, con 4 morti e 210 feriti (Istat, 2017) e questo si ripeterebbe, all’incirca, da tanti anni. Invece Venezia è l’unica città al mondo in cui gli incidenti stradali non costituiscono un problema.

La perdita di entrate statali dovute alle tasse automobilistiche e alle accise sui carburanti relative alle 33.500 automobili veneziane che non ci sono è largamente compensata dal relativo risparmio in termini di costi sanitari e ambientali.

In una nazione in cui il 20-30% del suolo consumato è ricoperto da asfalto e utilizzato per strade, parcheggi, piazzali, ecc., le superfici asfaltate di Venezia, Tronchetto incluso, sono all’incirca il 2,5% delle zone emerse che città occupa. La produzione di asfalto è fortemente inquinante.



A differenza di quanto accade nelle città “normali”, Venezia non si è dovuta adattare alla circolazione degli autoveicoli. Non ha dovuto cioè allargare le strade, creare circonvallazioni, incroci e rotatorie. Con l’eccezione di Piazzale Roma, del Tronchetto, e della Stazione Marittima di San Basilio, non ha dovuto creare aree di sosta temporanea, parcheggi e piazzali. Lo spazio urbano è invece quasi interamente a disposizione dei suoi abitanti, unici padroni di calli e campi.

In questo senso Venezia è un eccezionale laboratorio che permette da secoli di sperimentare la vita quotidiana in assenza di autoveicoli.



Immagini di copertina e testo: Punti di congiunzioni tra asfalto e pietra, Piazzale Roma, Venezia, 2019.